mercoledì 31 marzo 2010

Hot cross buns


Questo dolce fa parte della tradizione inglese ed è tipico del periodo di Pasqua. Usanza vuole che debbano essere mangiati il Venerdì Santo, perchè la croce che viene fatta sui dolci simboleggia la crocifissione.
Avevo visto questa ricetta su vari libri e blog ma, non avendo capito che fossero dolci tradizionali, non gli avevo prestato grande attenzione. Qualche giorno fa però una mia amica inglese li aveva nominati facendomeli tornare alla mente. Ho quindi approfondito l’argomento scoprendo che hanno una lunga storia alle spalle, tanto che alcune fonti li fanno addirittura risalire ai Sassoni. Si dice inoltre che se gli hot cross buns vengono fatti il Venerdì Santo questi si conserveranno per un intero anno e, se condivisi con un amico, suggelleranno il rapporto di amicizia per l’anno a venire. Come se questo non fosse sufficiente, in passato venivano attribuite loro anche proprietà terapeutiche, infatti chi ne mangiava guariva dai propri mali più velocemente.
A questo punto la mia curiosità era alle stelle e non ho potuto resistere dal provarli!
Parliamoci chiaro, definirli dolci è abbastanza ardito, l’unico zucchero che hanno visto è il mezzo cucchiaio che prevede la pastella per disegnare le croci…mezzo cucchiaio in 16 panini! Immagino che l’assenza di zucchero sia da ricondurre al fatto che vengono preparati il giorno della crocifissione, giorno in cui mangiare dolci sarebbe ritenuto sconveniente per i cristiani.
Ancora una volta per la ricetta ho fatto riferimento a uno dei libri di Nigella. Stavolta però le devo dare una bacchettata virtuale sulle dita, perché mi ha fatto sbagliare a usare il lievito…anche se a sua discolpa devo dire che anche le altre ricette dei blog inglesi dicevano tutte di mettere il lievito insieme agli ingredienti secchi e poi versarci gli ingredienti liquidi. Forse in Inghilterra avranno un lievito diverso, fatto sta che il primo impasto non mi è lievitato per nulla e i panini che ho sfornato avevano il peso specifico di una mattonella!
Ho ricominciato tutto d’accapo, stavolta mettendo il lievito nel latte tiepido e lasciandolo a riposare per 10 minuti, poi ho fatto tutto come prima. Stavolta l’impasto è lievitato, anche se ho dovuto aspettare due ore.
Una volta lievitato ho diviso l’impasto in 16 pagnotelle e ho inciso sulla superficie una croce, poi ho lasciato che lievitassero ancora per un'altra oretta.



Li ho poi spennellati con l’uovo e il latte e ho preparato la pastella e ho disegnato la croce, seguendo le incisioni fatte prima.



Infine ho infornato per circa 25 minuti e appena usciti dal forno li ho spennellati con dello sciroppo di mais. Ho preferito lo sciroppo all’acqua e zucchero proposto da Nigella per dare un po’ più di dolcezza ai panini.
Nonostante il poco zucchero questi dolcetti hanno un gradevole gusto e profumo, dato dalla frutta secca e dalle varie spezie. In più c’è il grande vantaggio che se ne può mangiare anche più di una senza sentirsi in colpa, il che non è poco!



HOT CROSS BUNS (per 16 dolcetti) (tratta da “Nigella Feast” e leggermente modificata)

Per l’impasto:

150 ml di latte
50 g di burro
La buccia grattugiata di 1 arancia
1 chiodo di garofano
2 baccelli di cardamomo
400 g di farina per pane
7 g (circa 2 cucchiaini scarsi) di lievito di birra secco
125 g di frutta secca assortita (io ho usato un mix di mandorle, noci, nocciole e uvetta secca)
1 cucchiaino di cannella in polvere
½ cucchiaino di noce moscata in polvere
¼ di cucchiaino di zenzero in polvere
1 uovo

Per spennellare i panini prima di metterli in forno:

1 uovo con un po’ di latte

Per disegnare le croci:

3 cucchiai di farina
½ cucchiaio di zucchero
2 cucchiai di acqua

Per la glassatura:

2 cucchiai di sciroppo di mais (in sostituzione a 1 cucchiaio di zucchero sciolto in 1 cucchiaio di acqua bollente)


Riscaldare il latte, il burro, la buccia d’arancia, il chiodo di garofano e il cardamomo in una pentola finchè il burro non si scioglie. Lasciar riposare.
In una ciotola a parte unire la farina, la frutta secca e le spezie. Quando il latte sarà tiepido togliere il chiodo di garofano e i due bacelli di cardamomo e aggiungere il lievito di birra secco. Lasciar riposare per 10 minuti. Aggiungere poi un uovo e mescolare, infine versare questo liquido nella ciotola con gli ingredienti secchi.
Impastare il tutto finchè non si ottiene una pasta omogenea ed elastica. Se il composto è troppo secco aggiungere un po’ di acqua o latte caldo. Formare una palla e coprire la ciotola con la pellicola trasparente. Lasciar lievitare in un posto possibilmente caldo finchè l’impasto non raddoppierà di volume (circa 1 ora, ma ci può mettere anche di più, come nel mio caso!).
Una volta lievitato lavorare un po’ l’impasto finchè non ritorna elastico. Formare 16 palline e metterle su una teglia coperta con la carta da forno. Incidere la superficie di ogni pallina con un coltello in modo da formare una croce. Coprire le palline con un canovaccio e lasciare a lievitare per un’altra ora, i panini aumenteranno di volume e quasi si toccheranno fra loro.
Una volta lievitati spennellarli con 1 uovo sbattuto con un po’ di latte.
Mescolare la farina lo zucchero e l’acqua fino a formare una pastella piuttosto liquida. Con l’aiuto di un cucchiaino versare la pastella nelle incisioni nei panini in modo da formare una croce.
Mettere nel forno preriscaldato a 220°C per circa 25 minuti.
Una volta cotti togliere dal forno e spennellare con lo sciroppo di mais. Per facilitare l’operazione si può mettere a scaldare lo sciroppo nel microonde, in modo che risulti più liquido.

domenica 28 marzo 2010

Noodles vietnamiti

Da un po’ di tempo in dispensa c’erano dei noodles che aspettavano solo di essere mangiati. Non volendo prolungare oltre la loro attesa ieri sera finalmente li ho preparati per cena. Per la ricetta mi sono fatta aiutare ancora una volta da Nigella. Cercando tra i suoi libri e su internet ne ho trovato una che poteva fare al caso mio: noodles vietnamiti.
Il condimento a base di gamberetti non è molto complicato, anche se prevede alcuni ingredienti non facilmente reperibili, come la salsa di pesce e dei peperoncini rossi lunghi che qui non ho mai visto (dovrò stare più attenta quando gironzolo per i mercati alimentari!). In mancanza di questi ho sostituito la salsa di pesce con la salsa di soia e i pepencini freschi con un peperone rosso e un pizzico di peperoncino in polvere. La ricetta originale propone anche di aggiungere le taccole ma, non essendo una grandissima amante delle verdure, ho preferito non metterle.
Era la prima volta che assaggiavo i noodles. Quelli che avevo io erano glass noodles, cioè fatti con germogli di soia. Hanno un gusto particolare, totalmente diverso da quello che possono avere i nostri spaghetti di grano duro o di riso. Devo dire che sono anche un po’ “complicati” da condire perché formano una massa indistricabile difficile da amalgamare al condimento. In ogni caso dopo questo disorientamento iniziale si fa presto ad abituarsi e si inizia a mangiare un po’ di noodles e un boccone di gamberetti, il tutto usando rigorosamente le tradizionali bacchette, per ricreare un perfetto vietnamese style!



NOODLES VIETNAMITI (per 4) (da “Nigella Feast”)

Per la marinatura:

2 spicchi d’aglio grattugiati
2 peperoncini lunghi freschi, tagliati a julienne (sostituiti con un quarto di peperone rosso e un pizzico di peperoncino)
2 cucchiai di zenzero fresco grattugiato
4 cucchiai di salsa di pesce (nam pla)(sostituita con salsa di soia)
Il succo di 1 lime
4 cucchiai di acqua
1 cucchiaio di zucchero
2 cucchiaini di olio di semi di arachide
1 cucchiaino di olio di semi di sesamo

Per gli spaghetti:

225 g di gamberetti
170 g di noodles
100 g di taccole (per i più salutisti!)
100 g di germogli di soia
3 cipollotti tagliati a rondelle
½ tazza di coriandolo fresco tritato (sostituito con il prezzemolo)

Preparare la marinatura mescolando tutti gli ingredienti e lasciarvi poi i gamberetti a macerare.
Per cucinare i noodles seguire le istruzioni sulla confezione (sulla mia c’era scritto di lasciarli per 4 minuti in acqua bollente e poi risciacquarli con acqua fredda). Lasciar scolare i noodles su un colino.
Mettere le taccole e i germogli su un colino e risciacquarli con acqua bollente, poi passarli nell’acqua fredda e lasciarli scolare.
Mettere in una terrina i noodles e aggiungere i gamberetti , le taccole e i germogli. Cospargere di prezzemolo fresco.

giovedì 25 marzo 2010

Roquamole


Ogni volta che mi capitava di avere un avocado nel frigo mi riproponevo di fare il Roquamole. Questa ricetta è una rivisitazione fatta da Nigella del classico guacamole messicano. Amante del Roquefort e dell’avocado, Nigella ha pensato bene di ideare una ricetta che potesse unire il sapore deciso del primo con quello delicato del secondo, e da qui il Roquamole.
Pur essendo amante del formaggio devo confessare che non avevo mai assaggiato il Roquefort, e questa mi sembrava una buona occasione per testarlo!
Ricetta di una semplicità unica, in 10 minuti la salsa è pronta. Non avendo a portata di dispensa i peperoncini jalapeno (ma li ho già messi nella lista della spesa, visto che sono uno degli ingredienti principe della cucina messicana!) ho optato per un pizzico di scaglie essiccate di peperoncino nostrano.
Verdetto: Roquefort e avocado sono un connubio perfetto! La salsa è deliziosa, con la morbidezza tipica dell’avocado ma con il gusto forte e deciso del formaggio unito al peperoncino e alla paprika. Sicuramente da ripetere!


ROQUAMOLE (per 4-6 persone)(da “Nigella Express”)

125 g di Roquefort
60 ml di panna acida (che è piuttosto difficile da trovare qui, così l’ho sostituita con la creme fraiche)
2 avocadi maturi piccoli
35 g di jalapeno sottaceto affettati finemente
2 cipollotti affettati
1/4 di cucchiaino di paprika
1 sacchetto di tortilla chips (le patatine messicane)

In una ciotola schiacciare con una forchetta il Roquefort insieme alla panna acida. Unire al composto anche gli avocado maturi e ridurli in purea. Unire gli jalapeno tagliati grossolanamente e i cipollotti e mescolare. Disporre su una ciotola o un piatto e cospargere la superficie di paprika. Servire con le tortilla chips.

martedì 23 marzo 2010

Brownies

Se avete voglia di un dolce facile, veloce e cioccolatoso i brownies fanno senza dubbio al caso vostro! Quando sono stata in California questi dolci sono stati la mia merenda preferita tanto che una volta tornata a casa ho provato a rifarli. Evidentemente però la ricetta che avevo usato non era esatta perché i miei brownies non somigliavano per niente a quelli che avevo mangiato lì: sapevano poco di cioccolato ed erano troppo asciutti.
Durante una delle mie capatine nel reparto cucina della libreria ho adocchiato “Buon appetito America”, una raccolta di ricette americane scritta da Laurel Evans … qualche minuto dopo uscivo dal negozio tutta fiera del mio nuovo acquisto! Tra le varie ricette presenti nel libro, alcune delle quali mi ispirano molto e testerò quanto prima, è inclusa anche quella dei brownies. Visto che è stata scritta da un’americana doc, ho pensato che questa volta sarei andata sul sicuro, quindi ho deciso di ritentare!

A dire il vero all’inizio ho avuto un piccolo incidente di percorso col burro, non so come, ma mettendolo a bagnomaria con lo zucchero e il cacao sono riuscita a ottenere un composto tutto grumoso e decisamente poco invitante. Ho quindi fatto un secondo tentativo facendo però sciogliere il burro nel microonde e aggiungendo poi gli altri ingredienti…stavolta niente intoppi!
A parte questo disguido la preparazione è stata molto veloce, e in men che non si dica ho sfornato dei morbidi e fragranti brownies, pronti per essere mangiati. In teoria per poterli tagliare e servire si dovrebbe aspettare che si raffreddino…ma provate voi a resistere!



BROWNIES (circa 16) (da "Buon appetito America")

150 g burro
250 g zucchero
75 g cacao amaro
1/4 cucchiaino sale
1/2 cucchiaino essenza di vaniglia (non riuscendo a trovare l’essenza di vaniglia io ho usato mezza boccetta di aroma di vaniglia)
2 uova, fredde
60 g farina
50 g noci tritate
Preriscaldare il forno a 180°C.
Far sciogliere il burro nel microonde. Aggiungere lo zucchero,il cacao e il sale e mescolare finchè il composto non è omogeneo. Aggiungere la farina e mescolare energicamente per qualche minuto. Aggiungere infine le noci tritate grossolanamente.
Adagiare il composto in una teglia quadrata di 20 cm foderata di carta oleata. Infornare per circa 30 minuti o finchè uno stuzzicadenti infilato nel dolce risulterà pulito ma con qualche briciola attaccata (questo è un passaggio importante, mi raccomando, non lasciateli troppo nel forno, altrimenti verranno troppo secchi!).
Lasciar raffreddare e tagliate in piccoli quadrati.

mercoledì 17 marzo 2010

Irish Coffee

Oggi è il giorno di San Patrizio, santo patrono d’Irlanda. Nonostante nelle mie vene non scorra nemmeno una goccia di sangue irlandese mi è venuta comunque voglia di celebrare questo giorno a modo mio. E che cosa ci potrebbe essere di più adatto per festeggiare, birra a parte, se non l’emblema dell’Irlanda, ovvero l’Irish coffee?
Ammetto che non ho mai avuto occasione di bere un autentico Irish coffee ma anche in questo caso la rete può venire in aiuto, e io mi sono affidata a Martha Stewart.

Ora, io non sono né una ceffeinomane né un’amante degli alcolici… ma questo Irish non è niente male. Il sapore del caffè mischiato al whisky è molto forte, ma il tutto viene smorzato dalla panna zuccherata!
Veramente buono, e vi assicuro che per il seguente paio d’ore non soffrirete il freddo!



IRISH COFFEE (per 4)

1 tazza (240 ml) di panna
¼ di tazza (50 g circa) di zucchero
3 tazze di caffè molto forte
125 ml di whisky

Montare la panna insieme allo zucchero. Dividere il whisky e il caffè in 4 tazze infine versare delicatamente un po’ di panna su ogni tazza (senza mescolare!). Servire subito.

domenica 14 marzo 2010

Macarons



Questi biscotti a base di meringa fanno parte della tradizione francese, anche se ci sono diatribe ancora aperte sulla loro origine, dal momento che alcune fonti dicono che in realtà i macarons sono stati inventati a Venezia. Il mio primo incontro con questi biscotti non è stato però in una patisserie francese bensì in una pasticceria a Sydney: macaron al cioccolato… fu subito amore! In seguito ho avuto modo di apprezzarlo anche a Parigi, dove ho testato i macarons al pistacchio, buonissimi! Ciò che per me rende questo biscotto così irresistibile è il contrasto tra il suo morbido ripieno e la meringa croccante e delicata. Leggendo fra i vari blog ho potuto constatare che questo dolce è tanto buono quanto difficile da fare, visto che la sua buona riuscita dipende molto dalla tecnica e dall’esperienza. Nonostante io manchi sia dell’una che dell’altra ho deciso comunque di provare a farli.
Ciò che più mi intimoriva era la meringa. Quando si vuole fare una meringa è importante che si usino albumi non troppo freschi lasciati a temperatura ambiente. Questi devono poi essere montati a neve insieme allo zucchero fino a raggiungere la giusta consistenza. Non avendone mai fatta una in vita mia non avevo la più pallida idea di quale fosse la giusta consistenza… ma sapevo a grandi linee che la meringa è pronta quando il composto risulta fermo e compatto.
Ho seguito la ricetta tratta dal sito di The Daring Kitchen. Ho montato a neve gli albumi, aggiunto lo zucchero granulare, poi ho incorporato la farina di mandorle e lo zucchero a velo. Il risultato finale non mi è sembrato così disastroso, quindi ho messo il composto in una sach a posche e ho creato dei piccoli dischetti di meringa.


Li ho poi messi in forno aspettando che le meringhe si colorassero leggermente in superficie e poi le ho lasciate raffreddare.


Come farcitura ho scelto una ganache al cioccolato, fatta con panna e cioccolato fondente, tratta dal blog di Tartelette.
Ho quindi lasciato raffreddare e messo la ganache nella sach a posche e messo un po’ di farcitura sul lato piatto della meringa per poi unirla con un’altra meringa, formando così il mio macaron.
L’aspetto finale del biscotto non era niente male, anche se devo ammettere che la meringa è risultata troppo fragile, probabilmente non ho montato a sufficienza gli albumi, o forse è dipeso dal fatto che non usato la farina di mandorle ma ho triturato io col frullatore le mandorle intere, quindi sono rimaste granulose e potrebbero non essersi amalgamate bene all’impasto.
In ogni caso la prova assaggio è stata superata, il ripieno fatto con il cioccolato fondente ben si sposa con l’estrema dolcezza della meringa e i gusti sono ben bilanciati fra loro.



MACARONS

Per i biscotti di meringa (circa 30 biscotti - 15 macarons):

3 albumi (110 g) (preferibilmente vecchi di 2-3 giorni)
40 g di zucchero
200g di zucchero a velo
110g di farina di mandorle

Preriscaldare il forno a 90°C. Nel frattempo unire in una ciotola la farina di mandorle con lo zucchero a velo e tenere da parte.
Sbattere gli albumi finchè non si forma una schiuma morbida. A questo punto aggiungere lo zucchero e sbattere nuovamente finchè il composto risulta compatto. Aggiungere gradualmente la farina di mandorle e zucchero a velo e incorporare gentilmente agli albumi. Con un cucchiaio mettere il composto in una sach a posche e creare i dischetti di meringa su una teglia su cui è stata messa precedentemente della carta da forno.
Infornare i macarons per 5 minuti poi togliere la teglia dal forno e alzare la temperatura a 190°C. Una volta raggiunta la temperatura infornare nuovamente i biscotti e lasciare cuocere per 7-8 minuti, o finchè non si colorano leggermente in superficie. Togliere dal forno e lasciar raffreddare prima di farcirli.

Per la ganache:

3/4 di tazza (180 ml) di panna
1 tazza (130 g circa) di cioccolato fondente

Versare la panna In una pentola dal fondo pesante e lasciare su fuoco moderato finchè raggiunge il bollore. Togliere dal fuoco e versare il cioccolato fuso amalgamando bene il tutto. Lasciare raffreddare finchè il composto non sarà solido abbastanza da poterlo poi mettere sulla sach a posche.

giovedì 11 marzo 2010

Per iniziare

Fin da piccola amavo preparare torte. Ricordo che il primo dolce in assoluto che preparai fu una zuppa inglese, con strati di biscotti e budino al cioccolato e vaniglia. Viste le buone premesse, mia mamma ha poi tentato di iniziarmi alla cucina vera e propria, insegnandomi qualche ricetta tradizionale, ma devo ammettere che i suoi tentativi non sono andati a buon fine. Soprattutto a causa degli impegni scolastici infatti ho abbondato a poco a poco la mia attività di cuoca in erba, finendo per disinteressarmi totalmente dell’argomento.
Negli ultimi tempi però, grazie soprattutto ai miei soggiorni all’estero in solitaria, sono ritornata ai fornelli, riscoprendo il piacere di stare in cucina. Complice Nigella Lawson e i suoi programmi tv ho iniziato ad interessarmi alla cucina internazionale. Risultato: sto collezionando tutti i suoi libri e, non contenta, sono diventata un’ assidua frequentatrice dei blog a tema!
Ho deciso quindi di aprirne uno mio, per poter condividere con voi le mie sperimentazioni culinarie. Sarà una strada lunga, sicuramente lastricata da vari fallimenti, ma mi auguro anche da molti successi. Spero che vi possiate divertire a leggere questo blog e sentitevi liberi di copiare le ricette che più vi ispirano!

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